
Prevenire e affrontare i traumi dentali nei bambini: ecco cosa devi sapere
I traumi dentali sono abbastanza comuni nei bambini e possono causare non solo dolore, ma anche problemi estetici e funzionali a lungo termine.
Molto spesso le lesioni sono dovute a eventi accidentali, come cadute, incidenti sportivi, colluttazioni con altri bambini e morsi accidentali su oggetti duri; in alcuni casi, però, possono rappresentare il risultato di una cattiva igiene orale o di problemi dentali preesistenti, come carie o malocclusioni.
Se un bambino subisce un trauma dentale, è importante cercare immediatamente assistenza medica, per minimizzare il danno e prevenire complicazioni future.
Con il giusto trattamento, infatti, la maggior parte dei traumi dentali può essere gestita con successo, con un recupero ottimo sia dal punto di vista funzionale che estetico.
Indice dei contenuti
Traumi dentali: chi è a rischio e quali denti sono più colpiti?
I traumi dentali sono piuttosto comuni nei bambini e rappresentano una delle principali cause di lesioni orali in età infantile.
Secondo alcune stime, circa il 30% dei bambini ha subito almeno un trauma dentale durante l’infanzia, con un’incidenza maggiore tra 2 e 4 anni (in questa fase della vita, il bambino impara a camminare e ad esplorare l’ambiente circostante ed è particolarmente a rischio di cadute accidentali) e tra gli 8 e i 10 anni (quando il gioco in ambiente esterno e l’attività sportiva diventano più frequenti).
Qualsiasi dente può essere interessato da un trauma dentale, ma in generale gli incisivi centrali, superiori e inferiori, sono i denti più colpiti a causa della loro maggiore esposizione a urti e colpi accidentali; la gravità del danno dipende dalla natura e dall’entità del trauma.
Qual è l’impatto dei traumi ai denti decidui sulla salute dei denti permanenti?
I denti decidui, noti comunemente come denti da latte, sono importanti per lo sviluppo e la salute dei denti permanenti; per questa ragione, quando un dente da latte subisce un trauma, come ad esempio una lussazione o un’intrusione, questo può determinare conseguenze negative sui denti permanenti (che sono in via di formazione all’interno dell’osso mascellare o mandibolare).
In particolare, i traumi dentali alle radici dei denti decidui possono causare danni ai denti permanenti. Tra le complicanze più frequenti, si possono segnalare
- macchie a livello della corona dentale
- ipoplasia di smalto e dentina
- eruzione fuori sede e malformazioni del germe dentale.
In alcuni casi, l’estrazione dell’elemento dentario danneggiato può essere necessaria.
Per prevenire le complicanze dei traumi dentali, è importante agire tempestivamente e cercare assistenza medica qualificata, per porre una diagnosi tempestiva ed impostare un trattamento appropriato.
Inoltre, è necessario effettuare controlli e monitoraggi a distanza per garantire il mantenimento della salute dei denti permanenti in via di formazione.
Trauma dentali: classificazione
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha proposto una classificazione dei traumi dentali accettata dalla International Association of Dental Traumatology, che identifica diversi stadi di danno, dalla semplice infrazione della corona alla frattura complicata della corona dentaria fino alla esarticolazione dell’elemento dentario.
Infrazione della corona dentale
L’infrazione della corona dentale è una forma comune di trauma ai tessuti duri del dente. Si verifica quando una forza esterna, come un colpo o una caduta, provoca una frattura o una crepa sulla superficie dello smalto dentale (che è la parte esterna e più dura del dente), senza perdita di sostanza.
L’infrazione della corona dentale può essere visibile, posizionando una sorgente luminosa dietro al dente, come una linea sottile o una fessura sulla superficie.
Se la frattura è abbastanza profonda da raggiungere lo strato sottostante di dentina, essa può causare dolore; tuttavia in molti casi l’infrazione non provoca dolore o sensibilità e può essere scoperta solo durante un esame dentale di routine.
Se l’infrazione non causa alcun sintomo, spesso non è necessario alcun intervento medico. Poichè però il trauma subito viene ammortizzato dalle parti dure del dente e dall’osso alveolare, un’infrazione della corona dentale può in alcuni associarsi a danni pulpari misconosciuti. Per questa ragione è importante effettuare controlli periodici della vitalità pulpare, preferibilmente ogni tre mesi, per evitare lesioni e necrosi a distanza, discromie, ascessi e possibili danni ai denti permanenti sottostanti in formazione.


Frattura della corona dentale non complicata
La frattura della corona dentale non complicata è un trauma dentale che interessa la superficie dello smalto e della dentina, ma senza esposizione della polpa dentale o del nervo. In questi casi, la frattura può essere gestita in modo efficace attraverso un tempestivo recupero e un corretto trattamento del frammento del dente: infatti, anche se il frammento viene ritrovato dopo 24-48 ore e quindi appare discolorato, esso può essere recuperato e reidratato con la soluzione fisiologica e successivamente riattaccato al dente.
Se, invece, il frammento non viene ritrovato, la parte mancante del dente potrà essere ricostruita con materiali estetici.
Dopo il trattamento, è importante sottoporsi a controlli periodici con radiografie e test di vitalità pulpare per garantire il mantenimento della salute del dente.
Frattura della corona dentale complicata
La frattura della corona dentale complicata è un trauma dentale che si verifica quando una forza esterna, come un colpo o una caduta, causa una frattura nella superficie dello smalto dentale che coinvolge, oltre alla dentina, anche la polpa dentale o il nervo.
Questa condizione può associarsi alla comparsa di dolore acuto e sensibilità al caldo o al freddo e, a causa dell’esposizione della polpa dentale si associa a un aumentato rischio di infezioni e necrosi.
Il trattamento dipende dalla gravità della lesione. Se la frattura coinvolge solo una piccola parte della polpa dentale e il tempo intercorso dal trauma è inferiore alle 48 ore, potrebbe essere sufficiente procedere con l’otturazione o il posizionamento di una copertura protettiva, come una corona dentale. Se invece coinvolge in maniera estesa la polpa dentale o il nervo, potrebbero rendersi necessarie l’asportazione parziale dalla camera pulpare o la sua asportazione totale con successivo trattamento endodontico e ricostruzione del dente.
Nel caso di necrosi pulpare di denti immaturi, si dovrà procedere con l’apicificazione, ovvero la rimozione della polpa dentale fino al punto in cui è formata la radice e successivo riempimento con materiale adatto per permettere la formazione di una barriera calcificata attraverso l’apice ancora incompleto, da ripetere ogni 2-3 mesi. Dopo alcuni mesi, si potrà eseguire una terapia endodontica completa e la ricostruzione dentale.
Frattura corono-radicolare e frattura radicolare
La frattura corono-radicolare è un tipo di trauma dentale in cui si verifica la rottura della corona dentale e della radice del dente. La frattura può estendersi in modo orizzontale o obliquo attraverso la giunzione corona-radice e può essere molto dolorosa. Questo tipo di frattura è spesso difficile da diagnosticare, poiché la lesione può essere nascosta sotto la gengiva o sotto l’osso alveolare.
La frattura radicolare, invece, è una rottura nella radice del dente e può essere causata da traumi diretti o da una forza eccessiva durante la masticazione. Anche in questo caso, la frattura può essere difficile da individuare, poiché può essere nascosta sotto la gengiva o sotto l’osso alveolare.
Entrambe le fratture possono causare dolore e sensibilità, ma la frattura corono-radicolare può essere più complicata da trattare poiché coinvolge sia la corona che la radice del dente.
In generale, il trattamento per le fratture corono-radicolari e radicolari deve essere tempestivo per poter preservare la vitalità pulpare ed ottenere un buon riattacco dei due monconi; la terapia dipende dalla gravità della lesione e dalla posizione del dente nel cavo orale e nei casi più gravi potrebbe essere necessario rimuovere il dente danneggiato e sostituirlo con un impianto dentale o una protesi.
Concussione dentale
La concussione dentale è un tipo di trauma dentale in cui il dente viene spostato dalla sua posizione originale a causa di una forza esterna, ma senza alcuna frattura o lesione evidente. In questo caso, il dente è ancora saldamente attaccato all’osso alveolare, ma è sensibile al tatto e alla pressione.
Nel caso di una concussione dentale, il trattamento dipende dalla gravità del trauma e dalla posizione del dente nel cavo orale. In molti casi, il dente può essere lasciato a riposo per un po’ di tempo per permettere alla gengiva e all’osso alveolare di guarire e adattarsi alla nuova posizione del dente; in ogni caso è importante che il paziente si sottoponga a controlli regolari dell’occlusione e test di vitalità pulpare per un periodo di 3-6 mesi, al fine di monitorare eventuali complicanze come discolorazione o necrosi pulpare a distanza.
Lussazione estrusiva
La lussazione estrusiva del dente è una lesione traumatica in cui il dente viene parzialmente dislocato verso l’esterno del suo alveolo ed è mobile.
In questi casi, l’esame radiografico è fondamentale per valutare l’entità dello spostamento del dente e per verificare la presenza di eventuali lesioni ossee o del grado di formazione della radice.
Anche il tempo intercorso dal trauma è un fattore determinante da considerare. Se il trauma è avvenuto entro le prime 12-24 ore, è possibile riposizionare con molta cura e delicatezza il dente estruso al suo posto e applicare uno splint ortodontico su almeno 4 denti vicini. In questo modo è possibile prevenire ulteriori traumi, favorendo così il recupero della vitalità pulpare e, nei casi in cui la radice è ancora in formazione, la sua completa maturazione.
Anche in questo caso i controlli periodici sono fondamentali per valutare l’efficacia del trattamento e intercettare precocemente eventuali complicanze, come la discolorazione del dente o la necrosi pulpare a distanza.
Lussazione intrusiva
La lussazione intrusiva è una lesione traumatica dentale molto grave in cui il dente viene dislocato all’interno del suo alveolo. In altre parole, il dente viene spinto all’interno dell’osso mascellare o mandibolare, invece di fuori come avviene nella lussazione estrusiva.
Nella dentizione decidua, la terapia per la lussazione intrusiva consiste principalmente nell’attendere la rieruzione spontanea del dente. Questo processo può iniziare pochi giorni dopo il trauma e completarsi in alcune settimane, permettendo una permuta normale e fisiologica dei denti permanenti a distanza di anni.
Nella dentizione permanente, invece, la rieruzione spontanea avviene solo nei rari casi in cui il dente ha radici solo parzialmente formate. In tutti gli altri casi, è necessario procedere con una terapia ortodontica che permette al dente di riposizionarsi gradualmente. La terapia ortodontica viene effettuata con l’utilizzo di un apparecchio fisso su numerosi denti vicini e viene lasciata in situ per 2-4 settimane.
Poichè una delle principali complicanze della lussazione intrusiva è rappresentata dalla necrosi pulpare, che si verifica nel 90% dei casi quando il dente ha un apice maturo (cioè totalmente formato), i controlli radiografici e della vitalità pulpare periodici sono fondamentali per il follow-up del paziente.
Avulsione del dente
L’avulsione del dente si verifica quando il dente viene completamente dislocato dal suo alveolo. Questa lesione traumatica può essere causata da incidenti sportivi, cadute o incidenti stradali. In caso di avulsione del dente, è importante agire tempestivamente per ridurre al minimo i danni al dente e alle strutture circostanti.
Il trattamento dipende dal tempo trascorso dal trauma al momento della prima visita. Se il dente viene riposizionato correttamente nell’alveolo entro 30 minuti dal trauma, le possibilità di salvarlo sono elevate.
Se viene riposizionato tra 30 minuti e 2 ore dal trauma, il successo della terapia diminuisce, ma è ancora possibile salvare il dente se nell’intervallo di tempo tra il trauma e il reimpianto è stato conservato in una soluzione idonea (latte, soluzione fisiologica) o in bocca, a contatto con la saliva.
Se il dente viene riposizionato dopo 2 ore dal trauma, le possibilità di successo diminuiscono ulteriormente. In questo caso, può rendersi necessario il posizionamento di un impianto o un ponte per evitare lo spostamento degli altri denti e i problemi di malocclusione che potrebbero conseguirne.
Come gestire i traumi dentali nei bambini: la guida in 10 punti
Mantieni la calma e valuta la situazione.
Controlla il sanguinamento
Se è molto abbondante o non si ferma, rivolgiti immediatamente al pronto soccorso.
Preserva il dente
Se il trauma ha coinvolto un dente, cerca di recuperarlo e conservalo in soluzione fisiologica o latte fresco, evitando di toccare la radice.
Recupera i frammenti
Se il dente è rotto o fratturato, raccogli tutti i frammenti e portali con te dal dentista.
Ferma l’emorragia
Se il trauma ha causato una lesione ai tessuti molli, come le labbra o le gengive, applica una garza sterile o un fazzoletto pulito per comprimere la zona e aiutare a fermare il sanguinamento.
Riduci il gonfiore
Applica del ghiaccio sulla zona colpita per ridurre il gonfiore e il dolore.
Ferma il dolore
Se il bambino lamenta dolore, somministra un antidolorifico adeguato alla sua età, come il paracetamolo o l’ibuprofene.
Ispeziona il cavo orale
Controlla la bocca del bambino per verificare la presenza di eventuali frammenti o schegge che potrebbero causare ulteriori danni.
Monitora la situazione
Dopo il trauma, osserva il bambino per 24-48 ore per controllare eventuali sintomi come dolore persistente, gonfiore, difficoltà a masticare o a parlare.
Rivolgiti al tuo dentista appena possibile
Rivolgiti al dentista per una valutazione completa della bocca del bambino e per la gestione delle eventuali complicanze.
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